Il Santuario della Madonna delle Grazie

Delle chiese spezzanesi, la più antica e importante è quella dedicata a S. Maria delle Grazie. Tale chiesa è stata eletta a Santuario nel 1951 ad opera del canonico spezzanese Mons. Francesco Gullo.

Secondo la tradizione popolare, alle origini della devozione verso la Madonna delle Grazie ci sarebbe un’apparizione miracolosa. Due pastorelli, fratello e sorella, trovandosi poco fuori l’abitato a governare un piccolo gregge di pecore, ripetevano l’Ave Maria per proteggersi dai briganti, quando sorse un dubbio su una parola. All’improvviso, videro una gran luce tra i rovi, che andava man mano crescendo, e apparve loro la Madonna in carne ed ossa. Fu proprio lei a insegnare ai bimbi la preghiera e, quindi, a chieder loro che in quel luogo si costruisse una cappella in suo onore. A causa di questa leggenda, ancor oggi viva a Spezzano, la Madonna delle Grazie è nota come Shën Mëria mishi (S. Maria di carne).

Il più antico documento che menziona la chiesa spezzanese è una lettera del 13 luglio 1451 destinata all’Arcidiacono della Diocesi di Rossano dalla Santa Sede, la quale ci informa che il luogo di culto, denominato «Chiesa della Beata Vergine di Spezzano» era già sede di un eremo agostiniano prima dell’arrivo degli albanesi.[1]

L’accesso principale al Santuario è costituito da un lungo viale selciato, aperto da un imponente cancello in ferro battuto del maestro Roatti (1926), incardinato su due colonne in pietra viva risalenti al 1853. La facciata del Santuario ha frontone a timpano con tetto a spioventi ed è arricchita da bassorilievi in cemento marmorizzato eseguiti dall’artista spezzanese Antonio Lupinaro (XX sec.). L’edificio di culto presenta pianta a tre navate e campanile sulla destra, con un impianto riconducibile all’arte sacra bizantina, evidente dall’orientamento verso oriente. L’interno del Santuario è, in gran parte, rivestito di marmi policromi apposti tra il 1907 e il 1915. Alla stessa epoca risalgono la cantoria e il pulpito marmoreo.

All’interno della chiesa, si trovano un’acquasantiera del ‘700 e due tele dell’artista Umberto De Maria (1912), raffiguranti rispettivamente “S. Emidio Vescovo” (Shën Midhi), e la “Deposizione di N.S. Gesù Cristo”. Sulla volta a botte della navata centrale si può ammirare un affresco (anonimo, 1836) raffigurante la Madonna delle Grazie, patrona di Spezzano, incoronata dagli angeli. Altri affreschi adornano la volta dell’atrio.

Di notevole interesse artistico e religioso è il simulacro di Madonna Regina (anonimo, probabilmente un discepolo di Tino da Camaino – XIV sec.), intitolato a S. Maria delle Grazie (Shën Mëria e Graxjes). La statua, costruita in materiali poveri (malta, fango, pietre…), è custodita nella teca posta dietro l’altare maggiore, adornata da una ricca cornice lignea intagliata con motivi floreali. In chiesa, poi, è conservata un’altra statua, interamente lignea, raffigurante la Madonna delle Grazie (1789), di fattura napoletana, la quale fu commissionata dai fedeli che, non potendo portare la propria patrona in processione per le vie del paese, pensarono di dotarsi di una statua mobile. Quest’ultima viene condotta processionalmente per le strade di Spezzano sia nel giorno della festa patronale (primo martedì dopo Pasqua) sia a Ferragosto (15 agosto).


[1] Russo F., Regesto Vaticano di Calabria, voll. 14, Gesualdi, Roma, 1974, pag. 326.

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